Che cos’è?
La cornea rappresenta la parte anteriore dell’occhio, è trasparente ed ha la funzione di proteggere la parte interna dell’occhio lasciando penetrare la luce. La cornea normale è costituita da più strati: lo strato più esterno si chiama epitelio, lo strato intermedio, stroma, che è lo strato più spesso della cornea ed uno strato interno, l’endotelio e la membrana di Descemet, la cui funzione è mantenere la cornea trasparente. Lo spessore di una cornea normale va da 0,4 a 0,7mm nel cane e da 0,47 a 0,8mm nel gatto. Un’ulcera rappresenta una perdita di continuità negli strati esterni della cornea. Sebbene inizialmente molto dolorose, le “ulcere non complicate” dovrebbero guarire con cure limitate, in tre, quattro giorni. Le ulcere che persistono oltre questo periodo molto probabilmente rappresentano delle “ulcere complicate”.
Che sintomi presentano i nostri amici a quattro zampe?
Le ulcere possono essere molto dolorose, quindi possono manifestarsi con occhio chiuso o semi chiuso, lacrimazione e rossore.
Ulcere complicate
Possono essere classificate in tre categorie: 1) ulcere che non guariscono normalmente a causa di fattori esterni: traumi, infezioni, corpi estranei, difetti delle ciglia. 2) ulcere che non guariscono a causa di fattori interni: malattie oculari e difetti nel tessuto di guarigione.3) ulcere che peggiorano e si approfondiscono a causa di infezioni batteriche e/o fungine secondarie. Queste ulcere possono peggiorare rapidamente e drammaticamente a causa di un fenomeno chiamato “melting”. In pratica si verifica una distruzione dello stroma corneale provocata dai battei e dagli enzimi infiammatori con il risultato di una rapida degradazione dello stroma, il quale diventa molle e con aspetto gelatinoso. Ciò può provocare una grave infiammazione intraoculare e con il rischio di perforazione dell’occhio e perdita della visione. Tra le più comuni malattie oculari che impediscono o rallentano la guarigione di un ulcera abbiamo la sindrome dell’occhio secco, il glaucoma e l’infiammazione intraoculare (uveite). I difetti primari nel tessuto di guarigione includono una condizione per la quale il tessuto stesso di guarigione fallisce nella sua normale funzione. Questa condizione è molto comune nei cani dopo i 7 anni di età e in alcune razze come il boxer, sebbene si può verificare in tutte le razze ed è definita ulcera indolente o erosione cronica epiteliale ricorrente. Si può anche verificare in cani con sottostanti problemi metabolici o ormonali quali ipotiroidismo, diabete mellito e sindrome di Cushing. È caratterizzata dalla perdita da parte dello strato più esterno, l’epitelio, della capacità di ancorarsi al sottostante stroma, così l’epitelio si accresce e tenta di ricoprire il difetto corneale ma periodicamente viene staccato dal normale movimento palpebrale o dal cane stesso quando si gratta.
Diagnosi
La valutazione di un paziente con un ulcera richiede l’utilizzo di diverse tecniche e strumenti diagnostici tra cui il più importante è l’uso della lampada a fessura. Questa permette al veterinario specialista di esaminare attentamente la cornea del paziente con un alto grado di ingrandimento e di risoluzione, permettendo di valutare estensione e profondità dell’ulcera, presenza o meno di infezione, di eventuali corpi estranei o difetti ciliari. Inoltre si può, se necessario, prelevare dei campioni dalla cornea per eseguire colture batteriche ed esame citologico.
Trattamento delle ulcere indolenti
Si tratta di ulcere abbastanza frustranti poiché hanno un decorso molto lungo e quasi sempre non guariscono definitivamente con la sola terapia medica (15%). Il passo successivo al trattamento medico consiste nella rimozione dell’epitelio “malato” con un cotton fiocc sterile, pratica definita “debridement, con un tasso di successo del 50%. Il trattamento raccomandato per questo tipo di ulcere è chirurgico e consiste in una procedura chiamata cheratotomia a griglia. Questa tecnica prevede prima la rimozione dell’epitelio malato incapace di attaccarsi allo stroma corneale (debridement)e successivamente l’esecuzione di micro solchi superficiali sulla cornea malata attraverso l’uso di un ago molto sottile (ago da siringa da insulina). In questo modo si elimina la porzione anormale della cornea, permettendo al nuovo epitelio di ancorarsi nei solchi eseguiti più profondamente nello stroma corneale sano.. Questa procedura si può eseguire sia sul cane sveglio, semplicemente con un anestetico topico, sia sotto anestesia generale, dipende dall’indole del paziente. La maggior parte di queste ulcere guarirà dopo questa procedura (85%), sebbene in rari casi sarà necessario ripetere il trattamento una seconda volta. Una recente e nuova pratica alternativa alla cheratotomia a griglia è l’utilizzo di un apparecchio chiamato “Algerbrush”, il quale è costituito di una microfresa diamantata dotata di un movimento rotatorio elettrico, che passata delicatamente sulla cornea ne elimina la parte superficiale malata. In alcuni casi queste ulcere risultano refrattarie a queste procedure e richiedono un trattamento chirurgico più invasivo chiamato cheratectomia superficiale, dove lo strato malato esterno della cornea viene rimosso chirurgicamente.
Trattamento delle ulcere profonde e ulcere in collagenasi (melting ulcers)
Nel caso in cui l’ulcera corneale progredisce fino a raggiungere il 50% o più dello spessore corneale, il rischio di perforazione e conseguente possibile perdita dell’occhio, diventa molto alto. Per cui in questi casi è necessaria una terapia medica molto aggressiva e un intervento chirurgico riparativo. Esistono diverse tecniche chirurgiche che variano a seconda della situazione. Le più comunemente utilizzate includono un graft (innesto-trapianto) congiuntivale, la trasposizione corneo-congiuntivale, l’utilizzo di Biosist (dischetti di mucosa porcina)e l’utilizzo di metilcianoacrilato. In alcuni casi dopo questa chirurgia si esegue una parziale e temporanea chiusura delle palpebre (tarsorrafia temporanea) allo scopo di creare una sorta di bendaggio protettivo del graft congiuntivele.